Antartide. Il pianeta di ghiaccio

ANTARTIDE. IL  PIANETA DI GHIACCIO

Evento celebrativo del 1° centenario
del raggiungimento del Polo Sud (1911-2011)

Mostra fotografica e di modellini di basi antartiche
Proiezioni di filmati
Conferenze

L’evento si terrà a
NISSAN SKIPASS (29 ottobre – 1 novembre 2010)
Salone del turismo, degli sport invernali e del freestyle
ModenaFiere, uscita autostradale Modena Nord
venerdì 29 ottobre – ore 18.30 (inaugurazione)

A cura di Ada Grilli e Gabriella A. Massa.

Col patrocinio di:
Società Geografica Italiana Roma
Manifesto per i Poli Bergamo-Torino

In collaborazione con:
Nissan SKIPASS,
Alexander Turnbull Library ( Wellington/Nuova Zelanda)
Royal Geographical Society Londra
National Science Foundation (Virginia State/Usa)
Innovationnorway Milano
Leading Edizioni Bergamo-Venezia
Sanderus Maps Ghent/Belgio

CONTACT Ada Grilli – leadingedizioni@libero.it 

 

Natura ghiacciata

ANTARTIDE, UNA GALLERIA D’ARTE A CIELO APERTO

UNA PICCOLA MOSTRA  FOTOGRAFICA 

di Niccolò Bonini Baraldi nell’ambito del Progetto C. Lévi- Strauss – Ricerche e Lavori  di studenti maturandi sulle Regioni Circumpolari.

 

  “Natura ghiacciata” in 14  scatti, stampati su canvas  a Bergamo, Liceo S. Alessandro, Via Garibaldi 3, dal 7 giugno al 24 luglio e poi a Genova al Museo Nazionale dell’Antartide da fine luglio a fine settembre 2010. Niccolò Bonini Baraldi è stato nella Penisola Antartica nel gennaio 2010. Questa è la sua prima esperienza  antartica e la sua prima mostra. D’altronde ha solo 19 anni e non è un fotografo professionista. Ha fotografato con una Nikon F90 con ottiche Nikon e Sigma.  Il tema della Mostra gli è stato “imposto”, tutto il resto è sua personale selezione e cura. Il suo obiettivo è di comunicare la stessa attrazione, emozioni e interesse che lui ha provato per questa parte di mondo, offrendone quelli che lui ritiene “significativi dettagli”.

Per informazioni:

http://ilmanifestoperipoli.wordpress.com/2010/05/27/%e2%80%9cnatura-ghiacciata%e2%80%9d/

Viaggio agli antipodi

Testo e foto di Niccolò Bonini Baraldi ©2010, V^ B  sc. S. Alessandro, Bergamo . 

Prima di partire in molti mi hanno chiesto: ma che cosa ci vai a fare in Antartide? Sinceramente una risposta non ce l’ho, suppongo sia una mia naturale inclinazione che mi spinge verso i luoghi selvaggi ma anche molta voglia di apprendere dalla natura, che ritengo la nostra più grande maestra. E così per qualche tempo la mia scuola è stata l’Antartide, e madre natura la mia insegnante.

L’Antartide in effetti è una vera e propria miniera di informazioni: questo viaggio mi è molto servito da spunto per diversi studi storici, geologici e naturalistici che sto svolgendo e che convergeranno nella mia tesi di maturità al liceo scientifico. E così il 9 gennaio io e mia mamma salpiamo da Ushuaia (Argentina), la città più a sud del mondo, a bordo di una nave rompighiaccio di 83m, dirigendoci verso sud. Sulla nave ne abbiamo approfittato per assistere a numerose conferenze tenute dal personale di bordo molto interessanti e stimolanti su vari argomenti che riguardano l’Antartide: geologia, glaciologia, biologia marina, scienza politiche, scienze climatiche, ecc. Una volta affrontato il famigerato stretto di Drake giungiamo finalmente in prossimità della penisola Antartica: non mancano esclamazioni di gioia ed emozione nel vedere il primo iceberg.

Lo scenario antartico toglie veramente il fiato: le baie solitarie e silenziose, le immense colonie di pinguini, le foche sonnecchianti, le balene che nuotano attorno alla nave, gli iceberg dalle forme tanto bizzarre quanto inquietanti, il sole che non tramonta mai. Non sono poi mancate navigazioni in canali di ghiaccio a suon di scafo e visite guidate nelle basi scientifiche che svolgono lavoro di ricerca 12 mesi all’anno: tra queste la base Palmer Americana e la base Esperanza Argentina, entrambe ci hanno accolto calorosamente offrendoci visita guidata nella base e poi caffé e biscotti. In Antartide tutto è capovolto, gli unici colori che saltano all’occhio sono il bianco e il blu, la bussola gira a vuoto, non ci sono strade né edifici né automobili. La natura a quelle latitudini è ancora perfettamente intatta, come d’altronde lo era prima che l’uomo comparisse sul pianeta e lo modificasse. Essere in Antartide ha significato per me perdere contatto col mondo civilizzato, quello del denaro e delle macchine che gli esseri umani si sono costruiti col passare dei secoli, ha significato perdere le cognizioni di tempo e spazio, ha significato insomma esplorare un altro mondo o meglio questo stesso mondo, il nostro, che forse stiamo dimenticando.

Per informazioni:

manifestoperipoli@gmail.com; http://ilmanifestoperipoli.wordpress.com.

MANIFESTO PER I POLI

Un’idea, un progetto, un impegno.

Cape Farewell. Dal film di David Buckland "Art from the Arctic", 2007.

Il primo dicembre 2009 è stato presentato a Torino, presso il Museo Regionale di Scienze Naturali, il “Manifesto per i Poli”, un‘iniziativa proposta da Ada Grilli e Gabriella A. Massa, due note studiose “polari”. Hanno partecipato all’evento numerosi ospiti ed esperti nazionali ed internazionali, che hanno portato la loro esperienza. Ottima, l’affluenza di pubblico, in particolare docenti e studenti del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Torino (Master – Sviluppo sostenibile e Promozione del Territorio- Vulnologia 2008-2010, COREP); docenti e studenti della Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Milano (“Culture Anglofone”- corso di Laurea in Mediazione linguistica e culturale); prof. Renato Ferlinghetti Università di Bergamo. Di seguito il programma del pomeriggio di studio: Introduzione di Ada Grilli, giornalista e Gabriella A. Massa, archeologa inuitologa; Relazioni di : Stephen Lowe, Consigliere Affari Globali, Ambasciata Britannica; Paolo Notarbartolo e Francesco Cinelli, membri del gruppo fiorentino Ricerche Scientifiche e Tecniche, regista l’uno, docente universitario l’altro; Paolo Bernat, Museo Nazionale dell’Antartide (Genova); Maria Teresa Scarrone e Cesare Bumma, Casa-Museo Giacomo Bove (Maranzana); Daniela Truffo, Provincia di Torino (CE.SE.DI.); Livia Monami, fotografa (Roma). presentazione del documento “Manifesto per i Poli” e linee programmatiche per il 2010 presentazione del progetto di ricerca “C. Lévi-Strauss” (2009-2010) di maturandi delle Scuole Medie Superiori delle Province di Bergamo e di Torino; film di David Buckland, “Art from the Arctic” (2007, in versione originale inglese, con sottotitoli in italiano); proiezione del film di Luigi Turolla, “Il continente di ghiaccio” (Produzione Istituto Luce, 1975); dibattito e conclusioni. Presentazione della mostra fotografica “Il Bianco e tutti i colori dell’Artico”, (Museo Regionale di Scienze Naturali, Via Giolitti 36, Torino – dal 01 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010).

Per saperne di più:

http://ilmanifestoperipoli.wordpress.com

 manifestoperipoli@gmail.com

Ingresso libero

INFN – Laboratori Nazionali del Gran Sasso

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Nell’ambito della European Week of Astroparticle Phisics, è stato consegnato ad Italo Rodomonti il seguente riconoscimento che valorizza il suo percorso artistico ed il suo impegno:

 

Al pittore e scultore Italo Rodomonti

con sincero apprezzamento per le opere

che contribuiscono al successo

del Parco della Scienza e

 del Museo di Fisica ed astrofisica di Teramo.

 

Italo Rodomonti è il maggiore esponente della Space Art in Italia, ha costruito negli anni della sua lunga carriera artistica un percorso coerente e formalmente ineccepibile intorno ad una passione e ad un’avventura: la rappresentazione dello spazio cosmico e la sua declinazione fondata sulla cultura artistica della contemporaneità.

 

Teramo, 13 ottobre 2009, Sala Conferenze del Parco della Scienza.

Kalaallit Nunaat (la terra degli uomini): il nuovo stato groenlandese

Popolata da 57mila abitanti (di cui 50mila Inuit e 7mila danesi), la Groenlandia è ricoperta per più dell’80 per cento dalla calotta di ghiaccio, beneficiava dal 1979 di uno statuto d’autonomia interna e, già nel 1982 uscì dall’Unione europea con un referendum. Il 21 giugno 2009 è entrato in vigore il nuovo regime autonomo: tale data segna il trecentesimo anniversario dell’inizio della colonizzazione danese e l’anno zero della nascita di una nuova nazione inuit indipendente!

Il 25 novembre 2008, oltre il 75,5 per cento dei groenlandesi ha votato a favore di un allargamento dell’autonomia, spianando la strada all’indipendenza di quest’isola strategica dell’Artico (la seconda isola più grande del mondo) sotto amministrazione danese da circa trecento anni. Il voto, oltre al diritto all’autodeterminazione, al riconoscimento del territorio, del popolo Inuit e della lingua groenlandese come lingua ufficiale, accorda ai groenlandesi il diritto di gestire le proprie risorse (petrolio, gas, oro, diamanti, uranio, zinco, piombo, altri minerali preziosi). La capitale del futuro Stato Kalaallit indipendente sarà Nuuk, una cittadina di circa 15mila abitanti.

Il risultato del referendum sull’autodeterminazione che si è tenuto in Groenlandia ha posto in evidenza al mondo intero la volontà della popolazione Inuit di staccarsi dalla Danimarca, e di fondare il Kalaallit Nunaat (la terra degli uomini): uno Stato artefice del proprio destino e delle proprie scelte, una Nazione Inuit, con un proprio stato giuridico, una propria forza di polizia, una propria istruzione.  Ai danesi resterà solo, temporaneamente, la politica estera.

Fino ad oggi, la Groenlandia aveva un’economia basata soprattutto su turismo, pesca e sussidi della Danimarca che versava ancora a Nuuk 3 miliardi di corone l’anno, cioè oltre 420 milioni di euro (circa 7000 euro per ogni abitante). La scelta dell’autodeterminazione, in funzione degli accordi presi, porterà ad una riduzione degli aiuti, in alternativa ad un guadagno incerto ed a lungo termine, però gli abitanti dell’isola desiderano difendere il diritto di proprietà dei groenlandesi sulle proprie risorse e ritengono che lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi sotto i ghiacci possa soppiantare gradualmente i contributi elargiti dalla corona danese: petrolio in abbondanza ed altre materie prime, saranno la base della sovranità. Ma non è solo questione di soldi, anche e soprattutto di cultura nazionale riscoperta, che spesso è troppo diversa da quella europea rappresentata dai danesi.

La via verso l’indipendenza sarà dura: troppi poveri, pochi i giovani qualificati per una futura classe dirigente. Le ingenti ricchezze minerarie, sia nel sottosuolo, sia sotto i fondali marini potranno difficilmente essere utilizzate nel breve periodo (anche in funzione dei cambiamenti climatici futuri e dell’eventuale scioglimento totale dei ghiacci nei prossimi cinquanta anni).

La volontà degli Inuit di perseguire la via dell’autodeterminazione, a mio parere, va oltre le considerazioni economiche e utilitaristiche e riconduce ad una chiave di lettura più socio-culturale: il desiderio di questo popolo di ritrovare la propria identità nazionale e le proprie antiche tradizioni.

Gli Inuit di oggi discendono biologicamente, culturalmente e linguisticamente dalla Cultura di Thule, che nel XIII secolo, provenendo dal Canada, si espanse rapidamente dal nord della Groenlandia verso Sud, principalmente lungo la costa occidentale, in forma minore nella costa orientale. Furono i Thuleani ad inventare l’igloo, il qayaq (battello monoposto in pelle di foca) ed il qamutiq (slitta trainata da cani), cui devono la loro sopravvivenza nell’Artico. Solo dal 1621, la Groenlandia entrò a fare parte dei possedimenti della Corona di Norvegia, e in seguito, nel 1814, della Danimarca. Entrambi questi governi importarono ed imposero il proprio modo di vivere, la religione, la legge, e una cultura estranea agli Inuit. Essi dovettero soffocare tradizioni, storie, pensieri, la loro lingua stessa (finita relegata come lingua marginale o, ancor peggio, dialetto locale), perdendo gradualmente la propria dignità di popolo, senza più passato, né futuro. I giovani groenlandesi contemporanei si guardano dietro e non vedono da dove provengono, guardano avanti e non scorgono il loro futuro. Il loro presente non è fatto di nulla e spesso si suicidano perché si considerano un peso per le famiglie e la comunità! Nulla in cui credere che appartenga alla propria cultura.

Credo che la volontà di autodeterminazione del fiero popolo Inuit, sia soprattutto il desiderio di  ritornare ad essere sé stesso. Una tradizione da ricordare ed un futuro da costruire, consapevoli del fatto che, allontanandosi dall’ala protettiva della Danimarca, gli Inuit potranno ridursi con il vivere solo di caccia e pesca. Sarà questo il prezzo che i Groenlandesi dovranno pagare per parlare la propria lingua, celebrare il proprio credo e i propri miti, raccontare le proprie storie, le proprie leggende, inseguire i propri sogni? È un cammino lungo e difficoltoso, da attuarsi nel più breve tempo possibile, prima che i vecchi, gli ultimi custodi del Grande Nord, muoiano ed il ricordo delle antiche tradizioni venga definitivamente seppellito con loro.

Nuova tecnologia digitale “non invasiva” al servizio dei Beni Culturali Italiani.

La COPAT – Human Inside, con sede a Torino, si è dotata di uno scanner con particolari caratteristiche che consentono la riproduzione digitale “non invasiva” e di altissima qualità di libri, disegni, mappe e pergamene.

Il lavoro di digitalizzazione, svolto da specialisti, con lo scanner “DRS5070 Book”, ha come scopo di “fotografare” opere pregiate, al fine di garantire nel tempo la conservare degli originali, senza precluderne la consultazione.

DRS 5070 Book

Il sistema “DRS 5070 Book” è caratterizzato da un nuovo e conveniente formato di ripresa e da superiori doti di: qualità, produttività, ergonomia, affidabilità, compattezza, solidità, durata ed economia. Tra le caratteristiche innovative del sistema 5070 evidenziamo: la possibilità, tramite l’utilizzo di un apposito accessorio opzionale, di acquisire libri con apertura limitata; la possibilità di lavorare anche senza il cristallo; una superiore velocità operativa; un pannello LCD touch screen per il controllo del sistema; un piano basculante altamente automatizzato ed in grado di accogliere originali di oltre 25cm di spessore (al di sopra dell’offerta media). Inoltre la visione perfettamente zenitale e lo schema ottico adottato consentono un’altissima precisione, risoluzione e fedeltà colore, mantenendo tempi di acquisizione estremamente rapidi. Con l’integrazione del piano basculante automatico, l’alta produttività è possibile nel pieno rispetto degli originali. Infine, il sistema d’illuminazione SynchroLight è completamente privo di emissioni IR/UV potenzialmente dannose per gli originali.

Attualmente, lo scanner è in uso presso la Fondazione Studium Generale di Venezia per la digitalizzazione di edizioni del ‘500 e libri rari.

“Pietre e Popoli del Mondo”. Un progetto di pace, fratellanza e ricerca scientifica

 

 “Da una montagna all’Altra. Viaggio dalle montagne Olimpiche ai Poli”. Casa Olimpia, Sestriere (TO), 22 febbraio 2008.

“Da una montagna all’Altra. Viaggio dalle montagne Olimpiche ai Poli”. Casa Olimpia, Sestriere (TO), 22 febbraio 2008.

Il Comitato scientifico del Gruppo Internazionale Aurelio Peccei, Studi e Ricerche didattico-scientifiche sui Macroproblemi, presieduto dalla prof.ssa Eleonora Masini, ha designato Davide Peluzzi, conferito, il 4 maggio 2009, nella Sala Conferenze della Biblioteca Centrale di Roma, il Premio Aurelio Peccei 2009.

L’alpinista ed esploratore Davide Peluzzi, ideatore del progetto “Pietre e Popoli del Mondo”, Medaglia d’Argento Presidenza Repubblica Italiana (11 luglio 2006), è stato designato:

“Per la sua opera a favore del dialogo e della cooperazione fra i propoli,

promossa nell’ambito del progetto “Pietre e Popoli del Mondo”.

Il progetto è nato, quando l’esploratore, con un altro “argonauta”, si è inoltrato all’interno della Groenlandia Nord orientale, con l’obiettivo di scalare una montagna “senza nome” oltre il Circolo Polare Artico e gemellarla con il Gran Sasso d’Italia. A tale montagna è stato attribuito, dopo averne informato le autorità locali il nome di “Nanu Sax”, che tradotto significa “Sasso dell’Orso” (“Nanu” nella lingua Inuit significa Orso, “Sax” dal latino Sasso). Il Monte Nanu Sax raccoglierà le pietre di tutto il mondo, con lo scopo di unire i popoli e relativi ambienti, attraverso i loro simboli naturali di pace, fratellanza e ricerca scientifica: “ I MONTI ”.

A memoria dell’impresa, nella spedizione 2006, è stata posta una pietra sulla vetta del “Nanu Sax”, dal simbolismo primordiale, prelevata dalla vetta orientale del Gran Sasso. Nella spedizione, dell’estate 2008, gli esploratori – scalatori, hanno portato sulla cima del Monte Nanu Sax, una pietra proveniente dalle Montagne Olimpiche – Torino 2006. La pietra è stata consegnata dalla Provincia di Torino, nell’ambito degli eventi promossi per l’Anno Polare Internazionale, curati dall’archeologa inuitologa italo-canadese Gabriella A. Massa.

L’assegnazione delle targhe Aurelio Peccei 2009 ha preceduto lo svolgimento del XXXIV Incontro Macroproblemi sul tema “ABBIAMO UNA SOLA TERRA: NON BUTTARLA VIA”  e l’assegnazione dei premi agli studenti che hanno presentato i lavori migliori sui temi dell’ecologia e dell’ambiente.

Terre polari: ricerca, storia e narrazioni

siena-22-24-marzo-2009-052-72Lunedì, 23 Marzo 2009, nell’ambito delle celebrazioni dell’Anno Polare Internazionale (IPY), il Centro Siena-Toronto (Università degli Studi di Siena) ha presentato una giornata di studio sulle Terre Polari, a cura della professoressa Laura Ferri Forconi e dell’archeologa Gabriella A. Massa.

I relatori, studiosi e specialisti di fama internazionale hanno parlato di: “Ricerca dell’Università di Siena nelle aree polari” (Roberto Bargagli, Dipartimento di Scienze Ambientali – Università di Siena); “Ricerche tra gli Inuit di Ammassalik (Groenlandia orientale)” (Gianluca Frinchillucci, direttore Istituto Geografico Polare “Silvio Zavatti” – Fermo); “Problemi di lingue nel Nord nativo” (Luciano Giannelli, CISAI – Università di Siena).

Ospiti, gli scrittori e giornalisti canadesi Joe Fiorito e Noah Richler che hanno tenuto una reading su loro recenti pubblicazioni: “The Song Beneath the Ice: Images of the Canadian North” (Joe Fiorito) e “Storytelling and History in the Iglulingmiut Myth World” (Noah Richler).

Per celebrare il decimo anniversario della nascita del Nunavut (1 aprile 1999) ed il centenario della sovranità canadese nell’Artico (1 luglio 1909), l’archeologa – inuitologa Gabriella A. Massa, Coordinatrice Anno Polare Internazionale – Provincia di Torino, ha tenuto una conferenza su: “Nunavut 1909-1999.2009. Dalle esplorazioni artiche del Capitano Joseph-Elzéar Bernier alle conquiste politiche, sociali e culturali dell’ultimo decennio”.

Per ricordare l’evento è stata allestita la mostra fotografica “ILITITAA… Bernier, i suoi uomini e gli Inuit “, una rassegna di venti foto storiche provenienti dagli Archivi Nazionali del Canada (Ottawa), raccolte dall’antropologo canadese Stéphane Cloutier. La mostra, curata in Europa dell’italo-canadese Gabriella A. Massa, racconta una pagina poco conosciuta delle esplorazioni artiche franco-nunavutiane per la sovranità dell’Artico Canadese. Le esplorazioni del capitano Joseph-Elzéar Bernier, nato a l’Ilet-sur-Mer (Prov. Quebec), portarono alla proclamazione ufficiale, il 1 luglio 1909, della sovranità canadese sulle terre e le acque dell’arcipelago, fino al Polo.

La giornata di studio si è chiusa con la proiezione del documentario “Nero Artico”, del giornalista e regista Massimo Mapelli. Il documentario, presentato in occasione dell’Evento “Live Earth” (7 luglio2007) e durante l’11^ Festival CinemAmbiente (Edizione 2008. Panorama – Inuit: allarme dai confini della terra/Inuit: alarm signals from the Great North), racconta le mille problematiche che affliggono la regione artica, schiacciata dalle conseguenze più disastrose della globalizzazione: da una parte le condizioni di vita degli Inuit della Groenlandia, ormai privi di radici culturali e prospettive per il futuro, tra alcolismo e un altissimo tasso di suicidi anche giovanili; dall’altra la minaccia dell’inquinamento delle acque e del riscaldamento globale, fino alla lotta politica per la spartizione delle risorse energetiche nascoste nel sottosuolo su cui molte nazioni vorrebbero mettere le mani, in un clima di nuova guerra fredda.

All’evento hanno partecipato numerosi studenti delle scuole superiori della Città di Siena accompagnati dai loro docenti.

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Anno Polare Internazionale e Provincia di Torino. Due anni di intese attività scientifiche e didattiche

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Il Presidente Saitta e l’assessore D’Ottavio hanno chiuso il 19 marzo 2009, il programma biennale “Gli studenti della Provincia di Torino scoprono le aree polari del Pianeta”: un progetto speciale per i giovani”, promosso dalla Provincia di Torino, nell’ambito dell’Anno Polare Internazionale (IPY, 2007-2009), con l’obiettivo di trasmettere ai più giovani la “cultura delle nevi e dei ghiacci”, sapere antico del nostro territorio, focalizzando la loro attenzione sull’Antartide, sull’Artide e sulle popolazioni che abitano le aree estreme del Pianeta.

Con questo progetto, coordinato dall’archeologa inuitologa Gabriella A. Massa, la Provincia di Torino ha voluto farsi promotrice di un moderno concetto di approccio alle nuove professionalità, offrendo ai giovani l’opportunità di scoprire ed approfondire le tematiche polari, di incontrare esperti nazionali ed internazionali che lavorano in ambito polare e di sperimentare, in tutta sicurezza, le tecniche di sopravvivenza in ambiente estremo.

Durante i due anni di intenso lavoro, sapientemente guidati dagli esperti polari, gli studenti della Provincia di Torino hanno affrontato temi riguardanti le esplorazioni polari nell’Artico e nell’Antartico, in particolare  del piemontese Giacomo Bove, primo italiano ad avere attraversato il passaggio a nord-est. Si è parlato della ricerca in Antartide ed in particolare dell’impegno ventennale degli studiosi e ricercatori italiani. Sono state affrontate le problematiche ambientali, sociali, relative alle popolazioni autoctone che vivono in ambiente polare, sempre più minacciate dai cambiamenti climatici ed ambientali che negli ultimi decenni hanno influenzato il modo di vivere di questi popoli e più in generale di tutti gli abitanti della Terra. Tutte le attività didattiche sono state coordinate da Laura Forneris e Daniela Truffo del Centro Servizi Didattici della Provincia di Torino (Assessorato Istruzione).

Nel quadro dell’IPY, la Provincia di Torino ha voluto partecipare, in modo rilevante, alla salvaguardia dei Poli, promuovendo e sviluppando con le province delle Nazioni Circumpolari, progetti che coinvolgono le giovani generazioni, ricoprendo un ruolo significativo nel campo della valorizzazione e della salvaguardia del patrimonio Artico ed Antartico.

L’ International Polar Year, inaugurato il 1 marzo del 2007 e prorogato dalla comunità scientifica internazionale fino alla fine del 2009, è un’iniziativa promossa dall’ International Council of Science (ICSU) e dalla World Meteorological Organisation (WMO) finalizzata a sensibilizzare il grande pubblico e le nuove leve sulla assoluta necessità di preservare e salvaguardare gli ambienti polari, così importanti per il mantenimento dell’ecosistema del nostro pianeta.

Nel 2007-2008, hanno partecipato all’IPY studenti e docenti delle scuole:

  • IIS EUROPA UNITA di Chivasso
  • IIS MAJORANA – MARRO di Moncalieri
  • IP PREVER di Pinerolo
  • ITC ROMERO di Rivoli
  • ITIS FERRARI di Susa
  • LICEO MONTI di Chieri

Nel 2007-2008, hanno partecipato all’IPY studenti e docenti delle scuole:

  • LICEO CATTANEO di Torino       
  • ITIS FERRARI di Susa        
  • IIS EUROPA UNITA di Chivasso  
  • IIS DES AMBROIS di Oulx   

Nell’ambito del progetto IPY, sono stati proposti due concorsi per le scuole medie superiori della Provincia di Torino che, dal 18-21 marzo 2008 e dal 16-19 febbraio 2009, hanno partecipato ad un soggiorno di “addestramento sportivo e ambientamento alla Montagna” presso la struttura del Centro Addestramento Alpini La Thuile Valle d’Aosta, per un corso teorico-pratico di sopravvivenza e vita in Antartide tenuto da istruttori dell’Esercito – Centro Addestramento Alpino, Aosta.

All’iniziativa  hanno partecipato anche gli studenti del Liceo “Vercelli ” di Asti e dell’IIS Pellati Nizza Monferrato (AT), che hanno vinto il concorso letterario promosso nel 2009 dall’Associazione Culturale Giacomo Bove & Maranzana. Ad accompagnarli, le insegnanti Anna Grazia Diaferia e Francesca Pertusati. La dottoressa Maria Teresa Scarrone, presidente dell’Associazione Giacomo Bove & Maranzana, che ha partecipato al corso, ha ringraziato la Provincia di Torino per la collaborazione che ha permesso agli studenti della Provincia di Asti di partecipare al progetto.

L’esperienza, straordinaria ed altamente formativa, è stata vissuta con molto entusiasmo dagli studenti e professori che hanno imparato tecniche fondamentali di sopravvivenza in ambiente estremo e soprattutto come “vivere e muoversi in montagna in sicurezza”, prima regola fondamentale che gli Alpini hanno insegnato all’arrivo del gruppo.

Le lezioni teoriche, preparatorie alle escursioni ed alle attività pratiche, hanno trattato dei “pericoli della montagna” derivanti dall’ambiente (pericoli oggettivi) e dalle persone (pericoli soggettivi). Il momento culminante dell’esperienza ha visto protagonisti tutti i partecipanti per un’escursione in alta montagna, al fine di sperimentare le tecniche di sopravvivenza. Sono state montate le tende mimetiche e per l’Antartide; costruiti ripari di neve: tane di volpe, trune (piccoli rifugi semi-interrati) e ripari dal vento. C’è stato anche qualche coraggioso che, in tutta sicurezza, si è cimentato con la palestra di roccia.

La Provincia di Torino, si è avvalsa della collaborazione e della professionalità dei seguenti conferenzieri ed esperti:

  • Cristina Bava, Tucano Viaggi Ricerca
  • Paolo Bernat, Museo Nazionale dell’Antartide di Genova
  • Piernando Binaghi, ingegnere aeronautico – TV Svizzera Italiana
  • Franca Bove, pronipote dell’esploratore Giacomo Bove
  • Mario Brigando, esploratore patagonico
  • Cesare Bumma, presidente Ass. Culturale Italiana
  • Vittorio Castellani, giornalista gastronomade;
  • Matteo Cattadori, Provincia di Trento, presenterà il Progetto Smilla (ANDRILL)
  • Patrizia Ciniero, CDA & Vivalda
  • Enrico Foietta, stagista dell’Istituto Culturale Avataq (Nunavik, Canada).
  • Roberto Mantovani, Direttore della Rivista della Montagna;
  • Enrico Nada, agronomo, esperto di comunicazione e scienze dell’alimentazione;
  • Davide Peluzzi, alpinista ed esploratore, progetto “Pietre e Popoli del Mondo”, Medaglia d’Argento Presidenza Repubblica Italiana (11 luglio 2006)
  • Pietro Pintore, editore
  • Davide Sapienza, giornalista e scrittore;
  • Aldo Scaiano, Circolo Polare di Milano;
  • Maria Grazia Sclavo, cardiologa;
  • Maria Teresa Scarrone, Presidente Ass. Giacomo Bove
  • Gabriella Zuccolin, medico chirurgo, specialista in pediatria, nutrizione ed omeopatia;
  • e tante altre persone che hanno lavorato e dato la loro disponibilità.

 

Gli istruttori militari, professionisti qualificati del Centro Addestramento Alpino:

  • 1° Maresciallo LT Roberto Guadagnin
  • 1° Mar. Lt. Ugo Vori
  • 1° Mar. Paolo Bruzzi
  • 1° Mar. Gianluca Ippolito
  • 1° CM Simona Hosquet
  • 1° Maresciallo LT Ettore Taufer (capo spedizione sul Monte Vinson in Antartide, dal 9 dicembre 2007 al 19 gennaio 2008)
  • 1° Mar. Giovanni Amort
  • 1° Mar. Elio Sganga
  • 1° Mar. Marco Farina

coordinati e coadiuvati da

  • Ten. Colonnello Marco Mosso,
  • Ten. Col. Federico Pognant Airassa, Capo Ufficio AS
  • Magg. Patrick Farcoz, Capo Sezione Sci Alpinistica.

Hanno partecipato all’Anno Polare Internazionale i seguenti enti ed associazioni:

  • Associazione Giacomo Bove & Maranzana,
  • CinemAmbiente
  • Governo del Canada
  • Governo del Quebec
  • CDA & VIVALDA
  • TUCANO VIAGGI RICERCA
  • EDIZIONI PINTORE
  • numerosi enti nazionali ed internazionali.

 

Durante i due anni dell’Anno Polare Internazionale, la Provincia di Torino ha promosso eventi e conferenze in Torino e Provincia, a Milano, Roma, Maranzana, Trento, Svizzera, Francia, raccogliendo una documentazione di oltre 5000 fotografie, per un totale di 10 GIGA!!!!

Benché il progetto per le scuole sia terminato, fino alla fine del 2009, il ciclo di conferenze ed eventi proseguirà, a cura di Gabriella A. Massa, nelle città di Siena, Fermo, Bari, Pinerolo e molte altre città italiane ed europee. 

http://www.provincia.torino.it/speciali/ipy/

 

 

 


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